Job hopping, fare carriera cambiando (spesso) lavoro

Il job hopping è un fenomeno di tendenza arrivato in Europa dopo la . Di che cosa si tratta?

Cambiare lavoro non è controproducente come si crede, anche se modificare spesso un percorso di carriera implica avere delle ragioni valide. Quando si trova un posto di lavoro migliore di quello che si ha, ad esempio, è giusto cambiare azienda per fare carriera.  Sono proprio i “job hoppers”, le generazioni più giovani di lavoratori, che cambiano lavoro molto frequentemente, saltando da un’azienda all’altra o da un settore ad un altro.

Cosa significa job hopping

Il job hopping indica letteralmente il saltare da un lavoro all’altro. Se cambiare lavoro fa bene perché il contesto nel quale siamo inseriti non fa per noi, d’altro canto farlo troppe volte in un breve lasso di tempo, non è così vantaggioso. Il job hopping comporta alcuni rischi, sia dal punto di vista personale che occupazionale.

Occorre, infatti, considerare una serie di aspetti prima di cambiare lavoro:

  • Una questione di lealtà: rispetto a un altro potenziale candidato, un “job hopper” potrebbe riscontrare maggiori difficoltà durante l’assunzione, in quanto almeno a prima vista dimostra di essere, in termini lavorativi, meno stabile;
  • Trovare un posto di lavoro meno sicuro: arrivare per ultimi vuol dire poter essere i primi ad andarsene in caso di riduzione del personale. È difficile, infatti, per un’impresa mandare via dipendenti più esperti e dei quali si conosce il rendimento. Ecco che è più comune che i lavoratori appena arrivati siano i più esposti al rischio di licenziamento;
  • L’affidabilità: cambiare frequentemente lavoro può significare anche avere problemi con un impiego, oppure gettare subito la spugna di fronte alle difficoltà. In questo caso, c’è il rischio di essere considerati meno affidabili di quello che in realtà si è.

I vantaggi del job hopping

Un aspetto positivo del job hopping è sicuramente legato al fatto che cambiare lavoro consente di ampliare le proprie competenze, nonché la sfera di contatti.

Cambiare spesso lavoro rappresenta un fenomeno in atto. Per capire come si sta evolvendo il mercato del lavoro occorre analizzare nel dettaglio tutte le sfaccettature legate al job hopping. Per evitare che le nuove risorse scappino, ci sono alcuni suggerimenti da tenere in considerazione.

Per valorizzare al meglio i nuovi arrivati occorre:

  • Trattare con meno diffidenza i giovani che saltano da un lavoro all’altro. Questo consente di identificare i veri talenti e di operare per la job retention;
  • Individuare gli aspetti motivazionali della persona in primis da parte delle aziende;
  • Gestire attentamente i colloqui con i collaboratori.

Il job hopping, tuttavia, può garantire un buon impulso alla carriera, ma solo se fatto con le giuste motivazioni, quali:

  • Flessibilità: un job hopper dimostra di avere una certa flessibilità sul campo e soprattutto di essere predisposto al cambiamento;
  • Hard e soft skills: un job hopper può ampliare le proprie hard e soft skills, cioè tutte le competenze tecniche e non che caratterizzano un’esperienza lavorativa;
  • Estendere la rete di contatti: ampliare il proprio network relazionale può essere vantaggioso sia per il lavoratore che per l’azienda che lo assume;
  • Lavorare per obiettivi: un job hopper è una persona che generalmente ha molte ambizioni dal punto di vista lavorativo, cercando di raggiungere gli obiettivi prefissati;
  • Uno stipendio migliore: acquisire nuove competenze spesso può garantire uno stipendio in media migliore di quello di una persona che ha sempre lavorato nella stessa azienda.

I recruiter considerano molto la trasparenza del candidato, non solo in fase di selezione ma anche durante il colloquio. La possibilità di argomentare in modo efficace le proprie motivazioni significa rendere il proprio curriculum vitae in maniera più dinamica.

Ciò che conta è essere considerati come una risorsa dalle competenze diversificate, che effettua le proprie scelte in maniera oculata. Tuttavia, bisogna considerare che non sempre il job hopping offre soluzioni vantaggiose, visto che c’è il rischio di raggiungere con più difficoltà un buon grado di conoscenza del proprio settore e il cambiamento repentino del posto di lavoro può essere interpretato come una scarsa fedeltà verso l’azienda.

In altri termini, se si torna a casa stanchi dal lavoro e per qualche motivo si viene a conoscenza di un’offerta, probabilmente in quel momento ci sembrerà di toccare il cielo con un dito. Ma il vero segreto per capire davvero cosa si vuole dal proprio futuro lavorativo è avere la tenacia e l’ambizione per raggiungere i propri obiettivi professionali.

Se poi si è ancora incerti sul proprio percorso professionale è possibile farsi aiutare. Con il servizio di Career Coaching è possibile acquisire una maggiore consapevolezza sulle proprie competenze e opportunità di carriera.